martedì 14 febbraio 2012

Glòsòli, accenti al contrario.

Ci sono momenti, piccoli attimi, che possono stupirti solo alle 7 del mattino.
Quando ti svegli da una notte immobile. Quando passi distratta davanti allo specchio, una, due, tre volte. Alla quarta finalmente lo guardi, lo specchio. Quasi non ti riconosci, e la cosa ti fa un pò sorridere.
Ti tornano in mente le mezz'ore che da adolescente passavi davanti allo specchio per cercare di capire perchè in un mese il tuo corpo era completamente cambiato.
E tutto questo in un attimo. Che a scriverlo e descriverlo sembra un'eternità, ma in realtà è un attimo; un battito di ciglia; lo schiocco delle dita; il cucchiaio che sbatte sulle pareti della tazza mentre sciogli lo zucchero del té; quando aspetti il frastuono che farà quel bicchiere mentre precipita verso il pavimento.
Attimi.
E in quell'attimo noti la differenza tra il fuori, ed il dentro. Tra l'esterno e l'interno. Tra la pelle e le viscere, tra la scatola ed il regalo, tra la voce e le parole, significante e sigificato, tra l'inchiostro e o scritto. Tra il tuo volto e il tuo pensiero. Tra quello che sanno gli altri di te, e ciò che tu sai di te stessa.
Tra i segreti che porti nel cuore, che nessuno potrà mai indovinare, e ciò che gli altri sanno. O sono convinti di sapere. E ancora sorridi.
Perchè qui nel paesello la gente giudica. Giudica forte. Giudica tutto e tutti. Giudica le tue parole e giudica persino il tuo silenzio.
Ecco cos'ha di positivo la città. Non c'è tempo da perdere nel giudicare gli altri.
Sorrido, perchè per quanto la gente possa darmi soprannomi, consigli sbagliati, credersi migliore, io ho ancora i miei segreti.
Ho ancora la mia fatica.
Ho ancora la mia enorme gioia delle cose semplici. Ho ancora dalla mia parte lo stupore dei bambini.
Non sono brava in niente. Probabilmente non lo sarò mai.
Non ho più amici, di quelli che ti invitano la sera a bere, alcuni si sono persi nelle loro discussioni cattive, altri nei loro affari di cuore, altri semplicemnte "non hanno tempo" (di certo sono quelli che vivono in città).
Ho un'amica che mi invita a pranzo.
Ma nessuno sa la fatica. Nessuno sa la gioia. Nessuno sa la solitudine. Nessuno sa la rabbia. Nessuno sa la disperazione. Nessuno sa.
E nonostante questo continuo. In silenzio. A traballare nella vita. Ma quel che più importa sorrido.




(fuori).